I miracoli di Gesù... e la loro funzione "di attestazione"

Come abbiamo visto percorrendo la tappa « Parole "miracolose" nel Nuovo Testamento », i due termini greci che nei Vangeli mettono in evidenza la causalità divina, cioè il cosiddetto "aspetto ontologico" del miracolo -  designandolo chiaramente come un fatto soprannaturale che non può essere operato dagli esseri umani - sono erga (opere trascendenti) e dynameis (atti di potenza).
Per esempio, nel quarto Vangelo Gesù si riferisce ai suoi miracoli definendoli come le “opere (erga) che nessun altro ha mai compiuto” (Gv 15,24), e proprio questo carattere trascendente delle sue “opere” - rispetto ad ogni azione possibile agli esseri umani - viene da Lui menzionato come prova della sua identità divina:  
“Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro credetelo per le opere (erga) stesse” (Gv 14,11).
Tale funzione “di attestazione” che è insita nelle opere soprannaturali compiute da Gesù, poteva dunque essere colta da coloro che assistevano ai suoi miracoli (o da coloro che ne ascoltavano la testimonianza) nella misura in cui essi riuscivano ad individuare la componente trascendente di tali fatti miracolosi...  che li distingueva chiaramente rispetto alla abituale azione provvidente che Dio esprime nell'ordinarietà dei processi naturali.
Per fare un esempio relativo a tale funzione di attestazione, basti pensare all'episodio in cui Giovanni Battista invia i suoi discepoli da Gesù, incaricandoli di chiederGli se è Lui il Messia... e Gesù risponde: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti resuscitano...” (Mt 11,4-5).
Sono dunque queste opere e questi atti di potenza chiaramente soprannaturali, che dimostrano come la presenza di Gesù dia attuazione ai tempi messianici annunciati dai profeti e, per conseguenza, sono questi stessi suoi interventi soprannaturali che conferiscono autenticità alla salvezza che Egli predica, oltre che ai poteri “invisibili” che Egli rivendica (Cf. Mc 2,8-11).
E' in questa prospettiva che, per esempio, è possibile leggere il passo degli atti nel quale Pietro si rivolge al popolo di Israele dicendo: “ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene” (At 2,22).
Nei miracoli compiuti da Gesù, tale funzione di attestazione della sua dignità messianica non diventa mai, peraltro, una attività meramente “promozionale” della sua persona (né tantomeno una dimostrazione arbitraria dell’onnipotenza di Dio che opera in Lui), perché ogni azione di Gesù è sempre commisurata alla condizione interiore degli esseri umani ai quali è espressamente rivolto il messaggio in essa contenuto... e non ha quindi motivo di coinvolgere coloro che si trovano in condizioni inadatte a ricevere tale messaggio.
E' questo, per esempio, il senso degli episodi in cui Gesù opera alcuni miracoli in disparte dalla folla, e nei quali chiede ai miracolati di non rendere noti gli aiuti soprannaturali ricevuti... mentre in altri casi Lui si rifiuta anche di compiere dei miracoli “a comando”, come vedremo in una apposita pagina, nel prosieguo di questo nostro percorso.
Adesso, invece, dopo aver sinteticamente evidenziato la funzione "attestativa" dei miracoli compiuti da Gesù, ci accingiamo ad occuparci della loro funzione... di liberazione dell'essere umano dal male.



Segue: I miracoli di Gesù... e la loro funzione di "liberazione dal male"

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P.S. - Al di là delle diatribe teologiche a tutt'oggi in essere riguardo al concetto di “trascendimento delle leggi naturali” [a cui abbiamo accennato nella tappa “una finestra sull’evoluzione storica della concezione di miracolo”]... di fatto le pagine del Vangelo ci mettono ripetutamente di fronte alle “opere” e agli “atti di potenza” con i quali Gesù agisce in un modo che va palesemente aldilà delle leggi naturali oggi conosciute dalla scienza... e proprio questo è l'aspetto che caratterizza i sopracitati miracoli "di attestazione".
Cio non toglie che, in altri casi, le azioni miracolose operate da Gesù si svolgano invece in un ambito di per sé riconducibile alle forze naturali... dimostrandosi allora azioni miracolose non tanto per la loro "trascendentalità", quanto invece per le modalità straordinarie con cui sono compiute (in questo senso, va per esempio considerata miracolosa la guarigione istantanea da una malattia per la quale, invece, il processo naturale di guarigione avrebbe richiesto un tempo più lungo).