Dopo aver cominciato ad approfondire il significato dei miracoli compiuti da Gesù, evidenziando prima la loro "funzione di attestazione" e poi anche la loro "funzione di liberazione del male"... prendiamo adesso in considerazione la loro funzione comunicativa, che delle tre è la più importante.
Infatti, pur se si tratta di funzioni collegate e contemporaneamente presenti, la fondamentale ragion d'essere degli eventi miracolosi narrati dai Vangeli è quella di suscitare nei beneficiari lo stimolo a ravvivare il dialogo con Dio e a maturare un proficuo cambiamento interiore rivolto alla salvezza.
In questa prospettiva, il miracolo può essere riconosciuto come una soprannaturale manifestazione di Amore divino con la quale il Padre Nostro dona alla persona miracolata una opportunità di riflessione e introspezione... indirizzandola a restaurare la sua dimensione interiore... ridestandola nella ricerca del senso della sua esistenza... stimolandola nella “rivitalizzazione” della sua fede... sollecitandola all'ascolto della Parola divina... favorendone, in sostanza, il “risveglio” spirituale.
Per conseguenza, soltanto nel caso in cui sappia essere ricettivo a tale comunicazione divina, il miracolato riceve il contenuto più prezioso del miracolo, vale a dire il “seme” che produce il “frutto” spirituale della conversione interiore la quale, a sua volta, è la “porta di accesso” ad un piano di esistenza finalmente rivolto in direzione della salvezza escatologica.
Un particolare risvolto di questa funzione comunicativa del miracolo è costituito dalla sua dimensione simbolica che, in certi brani dei Vangeli, diventa particolarmente evidente.
Basti pensare, per esempio, agli episodi nei quali Gesù opera delle guarigioni corporali dalla cecità e dalla sordità che simboleggiano la guarigione della “vista” e dell' “udito” spirituali... o il risanamento dei lebbrosi che rappresenta anche la liberazione dalla “lebbra” dell'isolamento sociale... o anche la stessa moltiplicazione dei pani che simboleggia tra l'altro il “pane” spirituale dell’Eucaristia (cf. Gv 6,1-15; 22-58)... ecc.
Nella prossima tappa, focalizzeremo la nostra attenzione su questa particolare dimensione del miracolo, ponendo sotto la nostra lente di ingrandimento proprio il concetto di simbolo.
Segue: La dimensione simbolica del miracolo
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