Il Tempio di "pietre vive"... che accolgono "Cristo nell'uomo"

Il Simbolo "Cristo nell'uomo",
posto sopra l'ingresso del Tempio
di Anima Universale
nel monastero di Leini (TO)
Dal 70 d.C., anno in cui le armate romane guidate dal generale Tito distruggono il Tempio di Gerusalemme, scompare quello che era il luogo sacro per eccellenza della fede giudaica.
A seguito di questo evento drammatico, nel Giudaismo prende avvio una nuova fase nella quale la Shëkhināh, la presenza divina, viene riconosciuta essenzialmente nel dono della Tōrāh, la Sacra Scrittura il cui studio diventa prioritario anche rispetto alla preghiera.
La distruzione del Tempio di Gerusalemme ha un impatto anche sulle prime comunità dei cristiani perché questi... nel quarantennio intercorrente tra il 30 d.C. (*) (anno della resurrezione di Gesù) e il "fatidico" 70 d.C.... avevano continuato a frequentare regolarmente il Luogo sacro gerosolimitano.
Dopo la distruzione del Tempio, i cristiani si trovano comunque in una situazione completamente diversa rispetto agli ebrei, perché Gesù risorto si è manifestato ai suoi discepoli, e questo fatto è la conferma di quanto Lui aveva annunciato (Cfr. Gv 2,22), ovvero che il suo Corpo sarebbe stato il “Nuovo Tempio” (Cfr. Gv 2,19-21).
Ecco allora che in questo Nuovo Tempio i cristiani “entrano” ogniqualvolta si riuniscono  comunitariamente per la preghiera durante la quale spezzano il pane ricordando le parole del loro Maestro, che durante l'Ultima Cena aveva anche detto: “Questo è il mio corpo”... “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19)
Entrando così in comunione con il Maestro, e trasportando il frutto di questa divina comunione nei fatti concreti della propria esistenza, il fedele cristiano fa sì che anche il suo corpo diventi un "tempio" attraverso il quale la presenza divina si manifesta al suo prossimo e, in questo senso, ogni credente può dunque diventare una “pietra viva” della sua ekklesia
Così, pur se ovviamente si rende sempre necessaria anche la costruzione architettonica del tempio di pietra, affinché i fedeli possano celebrarvi il culto comunitario rivolto al Signore, tale tempio materiale ha ragion d'essere in quanto segno di quella presenza divina che i fedeli sono chiamati ad incontrare cultualmente, per poi poterLa trasportare e testimoniare anche nella realtà quotidiana delle loro esistenze.
E' in questa prospettiva che si realizzano, per il credente, le parole del Gesù giovanneo: “Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv.14,23).
Questo è ciò che accade in quanti dimostrano di "osservare" la Parola nei fatti concreti di una vita orientata al bene e al benessere degli altri e, nel momento in cui la presenza divina prende dimora in loro, diventano essi stessi il tempio di “Cristo nell'uomo”.
Un Darshan di Swami Roberto
nel Sacro Tempio di Anima Universale
Inoltre, poiché il Cristo è la Vita (*)... che è presente in ogni essere umano... a quanti vogliono essere suoi discepoli Egli dice: “Tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatto a me” (Cfr. Mt 25,35-40).
Così, anche il prossimo diventa il tempio nel quale “adorare il Padre in spirito e verità” (Cfr. Gv 4,23-24).


P.S. - “Piste” di approfondimento:
- Nel mio blog “Diario di un monaco, discepolo di Swami Roberto”: “Questione vitale” (*), “L'ex anello mancante”, “Cristo vita cosmica”, “9 aprile dell'anno 30” (*)
- Nel mio blog “Sui sentieri del Vangelo di Giovanni”: - “Gv 4,23”, “Gv 4,24”, “Gv 14,23”



Segue: La radice sanscrita « DRŚ »… ed il verbo ebraico « DRSh »

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