Il modello di preghiera custodito nei Vangeli

Dopo aver rivisitato alcune delle fondamentali caratteristiche della “preghiera nella tradizione biblica”, possiamo adesso concentrare la nostra attenzione in particolare sui Vangeli, così da mettere in evidenza il modello in funzione del quale la tradizione cristiana ha poi elaborato una sua peculiare concezione di “preghiera personale”.
Infatti, pur se ovviamente la concezione ebraica e la concezione cristiana di preghiera hanno un fondamento comune che scaturisce dall'Antico Testamento... è anche vero che la prospettiva cristiana esprime una sua peculiarità che trae origine dalle specifiche indicazioni fornite dagli insegnamenti di Gesù, oltre che dal suo esempio di vita.

Ripercorrendo con uno sguardo d'insieme i suoi insegnamenti contenuti nei Vangeli... si osserva come Gesù raccomandi ai suoi discepoli di “pregare sempre, senza stancarsi mai” (Cf. Lc 11,5-13; Lc 18,1)... e di farlo disponendosi in un atteggiamento di umiltà e di fiducia nei confronti di Dio (cf. Lc 18,9-14; Mt 6,5)... con la capacità di instaurare con Lui un dialogo interiore, che parta dal cuore invece che dalla bocca e che si sviluppi nell'intimità della coscienza, come ci ricorda il brano nel quale Gesù dice: “Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,6).

Com’è noto, il fondamentale insegnamento riguardo alla preghiera Gesù lo dona all'interno del suo celebre Discorso della montagna, quando si rivolge ai discepoli seduti dinnanzi a Lui dicendo: “Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli… ” (Mt 6,9ss; cf Lc 11,2-4).
Già le prime parole del Padre nostro - che è la preghiera distintiva della cristianità - danno un messaggio molto importante, ovvero che a Dio bisogna rivolgersi con un atteggiamento di piena fiducia, analogo a quello dei bambini che si affidano in toto ai loro genitori, perché Dio ci è innanzitutto Padre... e noi quindi siamo chiamati a rivolgerci a Lui con fede e fiducia filiale.
E' questo l'atteggiamento di base che ci insegna il “modello” di preghiera donatoci da Gesù, all'interno del quale... nello sviluppo delle 7 espressioni rivolte al Padre sono riscontrabili i due fondamentali aspetti che caratterizzano la preghiera personale del credente cristiano, vale a dire:
- la preghiera di lode rivolta a Dio per ciò che Lui È... e dunque animata da un senso di profonda gratitudine per la sua stessa realtà di Padre che misericordiosamente ama l'umanità.
- la preghiera di richiesta, mediante la quale si chiede al Padre nostro che provveda per noi a fronte delle necessità della nostra vita quotidiana... che ci stia vicino e ci sostenga nel momento in cui siamo chiamati ad affrontare le nostre prove esistenziali... e che ci liberi da ogni male.

Una forma particolare della preghiera di richiesta, è poi quella volta a chiedere benefici per delle persone diverse da colui che prega:
Si tratta della cosiddetta “preghiera di intercessione” che, come sappiamo, gli insegnamenti di Gesù non vogliono ristretta al mero ambito familiare formato dai propri cari… ma estesa anche alle necessità degli altri esseri umani.    

Inoltre, come dicevamo in precedenza, Gesù non invita alla preghiera personale soltanto mediante i suoi insegnamenti:
Egli indica la “via maestra” della preghiera anche, se non soprattutto, con il suo esempio di vita:
I Sinottici ci dicono infatti che Gesù è solito entrare di sabato nella sinagoga ed alzarsi per leggere le Sacre Scritture (cf. Lc 4,16)... e ha l'abitudine di appartarsi in luoghi deserti per pregare (Lc 5,16; Mc 1,35), talvolta passando l'intera notte nella preghiera rivolta al Padre suo (Lc 6,12), come fa per esempio prima di scegliere, tra i suoi discepoli, i “dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli” (Lc 6,12-14).
O ancora... quando si trova nei pressi di Gerusalemme, Gesù è solito recarsi sul monte degli Ulivi a pregare (Lc 21,37)… come ci ricorda anche il toccante momento in cui, trovandosi nel Getsemani, il vero uomo (oltre che vero Dio) Gesù... si rivolge al Padre con le celebri parole “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42-46).

In ogni caso, al di là di questi ed altri episodi evidenziati dalle narrazioni degli evangelisti, di fatto è tutta l'azione terrena di Gesù ad essere accompagnata dalla preghiera, per cui la sua intera esistenza costituisce l’esempio di perfetta preghiera che le pagine dei Vangeli pongono davanti allo sguardo di tutti i cristiani, i quali sono  chiamati a pregare “in spirito e verità” (Gv 4,24)* seguendo il modello di preghiera personificato dal Rabbi di Nazaret.
In sostanza, Gesù mostra concretamente all’umanità cosa significa farsi “preghiera vivente”… ovvero cosa significa mantenersi costantemente in comunione con il Padre, in un incessante dialogo d’amore che Lo fa essere costantemente Uno con Lui, in sintonia con la sua divina Volontà.

Nella prossima tappa metteremo sotto la nostra lente di ingrandimento il “cuore” della cosiddetta “preghiera sacerdotale”, celebrata da Gesù a suggello dei discorsi dai Lui fatti alla presenza dei discepoli, durante l'ultima cena (Cf. Gv 17,1-26).



Segue: « Perché tutti siano uno »

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P. S. - Piste di approfondimento:
- Nel mio blog "Diario di un monaco, discepolo di Swami Roberto", vedi i post "Le braccia levate al cielo"; "A proposito di preghiera"; "Maternità divina"
- Nel mio blog "Sui sentieri del Vangelo di Giovanni", vedi i post Gv 4,23 e Gv 4,24 *