I doni dello Spirito: Sapienza (Hokmah) e Intelligenza (Bînah)

Seguendo il biblico “vento” della Rûah-Jahvè, nella tappa precedente siamo dunque giunti nel brano di Isaia dove il profeta annuncia i doni che lo Spirito di Dio porrà, in maniera permanente, sul germoglio-Messia.
Adesso focalizziamo la nostra attenzione su questi doni, e cominciamo col rilevare una particolarità riscontrabile nel versetto che li elenca:

« Wenachah (si poserà) 'alaj (su di lui) rûah JHWH (lo Spirito del Signore),
rûah (lo Spirito) hokmah (di sapienza) ubînah (e d’intelligenza),
rûah (lo Spirito) 'esah (di consiglio) ugheburah (e di fortezza),
rûah (lo Spirito) da'at (di conoscenza) wejir'at JHWH (e di timore del Signore).»
(Is 11,2)

Scrivendo per quattro volte il termine rûah, Isaia allude ai quattro punti cardinali, per indicare simbolicamente la pienezza dei carismi che lo Spirito del Signore effonderà sul Messia-germoglio, il quale impersonerà pertanto una piena epifania della Rûah Jahvè.
Questa pienezza spirituale è strutturata su tre coppie che, in una tradizionale lettura esegetica, vengono viste anche come una sublimazione delle principali virtù riconosciute alle grandi figure della storia ebraica, ovvero Salomone (Sapienza-Intelligenza), Davide (Consiglio-Fortezza), Mosè e i Patriarchi (Conoscenza-Timore di Jahvè)
Nella prima di queste coppie, la Sapienza (in ebraico hokmah) di cui parla Isaia non è quel “sapere” terreno che, per quanto possa essere grande, rimane comunque confinato in un orizzonte materiale impossibilitato a cogliere l’essenza della realtà.
A questa essenza permette invece di accedere la “Sapienza” di natura soprannaturale di cui parla il profeta, la quale non è “di questo mondo” e, proprio per questo, sa vedere la realtà del “mondo” con uno sguardo trascendente che supera la particolarità materiale di ogni singolo evento.   
In questa visione “in profondità” della realtà, si inserisce anche il dono dell’Intelligenza (in ebraico Bînah) la quale, per l’appunto, è quella capacità di “leggere dentro” (dal latino intus ligere)… che “perfora” la superficie delle situazioni materiali per cogliere l’essenza al di là dell’apparenza.
E’ dunque questo il piano soprannaturale dischiuso dall’azione combinata del binomio Sapienza-Intelligenza, i due doni dello Spirito che portano ad interpretare gli accadimenti nel loro significato più profondo.
Tale significato viene sviscerato proprio perché la realtà del mondo viene osservata dal punto di vista di Dio, che con il “soffio” della sua Rûah ispira l’analisi spirituale-intellettuale, conducendo alla soprannaturale conoscenza della realtà.




Segue: I doni dello Spirito: Consiglio ('Esah) e Fortezza (Gheburah)

Vai al GPS