I doni dello Spirito: Conoscenza (Da'at)

La terza ed ultima coppia dei doni dello Spirito di cui parla Isaia (Is 11,2), è costituita dallo “Spirito di Conoscenza” (rûah da'at) e dallo “Spirito del Timore del Signore” (rûah jir'at JHWH).
Il primo di questi due doni spirituali può essere compreso a partire dal verbo semitico Jada’ , che è tradizionalmente tradotto come "conoscere", ma il cui significato non va però ricondotto unicamente a quella forma astratta di sapere che è ottenuto mediante l’uso dell’umana intelligenza.
Ben di più della mera sfera intellettiva, il “conoscere” biblico coinvolge infatti anche la sfera esistenziale dell’essere umano... il quale arriva effettivamente a conoscere una realtà solo nella misura in cui riesce ad entrarvi pienamente in relazione, facendone cioè un’esperienza personale, concreta e profonda.
Ciò accade quando la “conoscenza” intellettuale viene integrata con una partecipazione totale del proprio essere, che “scende in campo” con pienezza di volontà e sentimento… ed è proprio in questa direzione che “soffia” la rûah da'at, lo “Spirito di Conoscenza” che ispira il credente a costruire, passo dopo passo, una intima ed “appassionata” relazione personale con Dio.
Se focalizziamo la nostra attenzione sulla narrazione religiosa contenuta nelle pagine del Primo Testamento, possiamo osservare come essa descriva l’iniziativa con la quale Jahvè si è fatto conoscere dal popolo di Israele senza però trovare una adeguata risposta, perché a più riprese gli israeliti si dimostrano incapaci di “appartenere” a Lui ricambiando la pienezza del suo Divino Amore (Cf. Es 32,8; Os 4,1).
E’ mettendo in evidenza l’inadeguatezza di questa umana risposta, che la voce dei profeti si leva per annunciare una "nuova alleanza" (Cf. Ger 31,31ss), vale a dire un’epoca di rinnovamento nella quale Dio porrà nel cuore dei credenti uno “Spirito nuovo” (Ez 36,26ss)... ed è questa l’azione divina alla quale si riferisce anche Isaia, quando parla del dono dello “Spirito della Conoscenza” (Is 11,2), grazie al quale “la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare” (Is 11,9).

Nella prospettiva cristiana, il dono di questa piena “conoscenza” di Dio promesso per il tempo della nuova alleanza, trova attuazione grazie alla missione terrena di Gesù e, tra gli evangelisti, è in particolare Giovanni a chiarire i termini di questo dono dello Spirito divino, che è reso possibile dall’incarnazione terrena del Verbo (Gv 1,14)... e dalla sua "glorificazione" sulla croce.
Giovanni descrive ampiamente le caratteristiche di questo dono dello Spirito illustrando la figura del Paràclito (Gv 16,7)*, lo Spirito di Dio che guida i discepoli a “tutta la verità” (Gv 16,13) permettendo loro di accedere a quella salvezza che, significativamente, è cosi definita: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3).

Del secondo dono che compone quest’ultima coppia isaiana, vale a dire lo “Spirito del timore del Signore”, ci occuperemo nella prossima tappa.



Segue: I doni dello Spirito: Timore-Amore (Jir'at) del Signore

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* P.S. - Vedi la voce Paràclito (nel mio blog “Sui sentieri del vangelo di Giovanni”)
Pista di approfondimento: "Conoscenza incarnata" (nel mio blog "Diario di un monaco, discepolo di Swami Roberto"