“Vedere” il Segno divino (Gv 6,26)

Nella tappa precedente abbiamo messo in evidenza come il segno divino lasci sempre, all'essere umano, la libertà di credere o di non credere... e strettamente collegata a questa libertà ce n'è anche un'altra, ovvero la libertà di vedere, o di non vedere, ciò che il Signore vuole effettivamente mostrarci mediante il suo divino intervento.
A tale riguardo, un passaggio biblico assai significativo si trova nel Vangelo di Giovanni, e precisamente nel discorso che Gesù tiene poco dopo aver effettuato il miracolo della moltiplicazione dei pani, quando si rivolge alle persone che hanno beneficiato del miracolo dicendo loro: “voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati” (Gv 6,26).
Queste parole stanno a significare che quanti si relazionano all'intervento miracoloso di Dio unicamente con l'intento di appagare dei bisogni fisici, materiali... si trovano nell'impossibilità di “vedere” nella sua interezza il messaggio custodito nel segno, perché si fermano alla sua mera manifestazione esteriore, che dà soddisfazione ai bisogni legati alla loro corporeità.
Senonché... questo tipo di fiducia nei benefici materiali che possono provenire dal potere soprannaturale manifestato dal Cristo, evidentemente non è ancora la vera fede... ma può essere, tuttalpiù, un primo passo... dal quale è poi necessario proseguire per innestare un processo di conversione interiore che permetta non più di fermarsi al solo beneficio materiale... bensì di “vedere il segno”, cogliendone il senso e quindi riconoscendo anche l'identità divina di Colui che lo compie.
E' in questo modo che trova pieno compimento la ragion d'essere del segno divino, che si manifesta ai sensi fisici dell'essere umano per stimolare l'elevazione della sua interiorità inducendola...  mediante un avvenimento visibile... a guardare verso il Dio invisibile... a intravvedere il suo “volto” trascendente... e a "vedere" il messaggio salvifico che Lui dà attraverso il segno.





Segue: Il "segno"... come “segnale” verso la meta

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