Il "segno"... come “segnale” verso la meta

Da quando abbiamo cominciato ad osservare la funzione comunicativa dei miracoli operati da Gesù e raccontati dai Vangeli... abbiamo via via preso sempre maggior confidenza con il termine “segno” (in greco “semeion”), che meglio di ogni altro si presta a designare tale funzione.

“Segno” è, infatti, il termine primariamente usato dall'evangelista Giovanni per designare i miracoli di Gesù in quanto “segnali” che indicano qualcos'altro rispetto alla loro manifestazione materiale... nel senso che essi rinviano ad un particolare significato spirituale, in funzione del quale tali segni sono stati operati.

Analogamente ai segnali stradali disseminati lungo le nostre comuni vie di circolazione... i quali non hanno ovviamente lo scopo di far fermare ai loro piedi i viaggiatori che li vedono, quanto invece di indicare la direzione da percorrere per raggiungere una certa meta... anche i segni di Gesù narrati nei Vangeli non hanno certo lo scopo di far fermare i credenti “ai loro piedi”, come se il senso di un cammino spirituale fosse quello di limitarsi ad ammirare, meravigliati, il potere di Dio in azione.

Ben lungi dal voler suscitare questa sorta di “idolatria” del fenomenico... il segno ha invece lo scopo di indirizzare i credenti verso quelle ben precise mete spirituali che, in realtà, sono l'unica vera ragione delle azioni miracolose operate da Gesù. 

Detto in altri termini... non è tanto la prodigiosità di un evento a “fare” il miracolo, quanto invece il fatto che Dio se ne serva per donare un messaggio salvifico... ed è in questa prospettiva che il miracolo è primariamente un segno, la cui “anima salvifica” è costituita dalla comunicazione del suo contenuto religioso.

Per conseguenza, è soltanto cogliendo questo contenuto che la persona miracolata beneficia pienamente dell'aiuto spirituale insito nel divino intervento miracoloso.

Da questo prospettiva semiologica, gli atti miracolosi compiuti da Gesù e narrati nei Vangeli si mostrano ai nostri occhi come dei “messaggi in azione”, ovvero dei segni “incarnati” nei prodigi con i quali il Cristo respinge in varie occasioni gli attacchi che l'infermità, i disagi e la morte rivolgono all'essere umano, cosicché la persona miracolata possa beneficiare di un “anticipo” dell'eterna salvezza... grazie al Regno di Dio già all'opera in questo mondo.




Segue: Le radici veterotestamentarie della Grazia divina

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