Uno sguardo... alla visione paolina dello Spirito

Tra i numerosi passi che, all'interno dell'epistolario paolino, registrano la presenza dello Spirito Santo... ne possiamo scegliere alcuni che ci consentono di riepilogare la prospettiva teologica espressa da Paolo di Tarso.
Uno dei concetti cardine compare nella Lettera ai romani, dove si può leggere che “l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (5,5).
Lo Spirito Santo è qui presentato come un dono che è frutto della Grazia, cioè dell'Amore con il quale il Padre nostro, di sua iniziativa, ama l'essere umano... ed è dunque mediante lo Spirito Santo – ci dice Paolo - che il Padre nostro “riversa nei nostri cuori”, cioè nella nostra interiorità, il suo Amore salvifico.

Tale Dono è un “appello” rivolto alla libertà del credente il quale, nella misura in cui Lo accoglie, può nutrirsi della sua Grazia divina traendone così un fondamentale aiuto per conformare ad Essa la propria esistenza, perché – dice Paolo nella lettera ai Galati – “se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito” (5,25)... facendo pertanto maturare nella nostra vita, per conseguenza, il “frutto dello Spirito (che) è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (5,22-23).
In questa prospettiva, il Dono dello Spirito Santo “libera” nel credente il potere trasformante della Grazia del Signore che, in quanti La ricevono, risveglia sempre più la loro immagine e somiglianza con Lui.
Un altro fondamentale concetto paolino è poi caratterizzato dal termine greco chárisma (derivato di cháris, “grazia”), che designa il Dono soprannaturale concesso da Dio al credente non tanto per conferirgli un privilegio personale, bensì esclusivamente a beneficio della comunità: “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune” (1Cor 12,7).
Nei successivi versetti del 12° capitolo della prima lettera ai Corinzi (8-10) Paolo elenca alcuni dei diversi carismi che provengono dall'unico Spirito, ma a questo elenco vanno idealmente aggiunti anche i doni riconducibili a numerosi altri "servizi carismatici" che, grazie alla presenza dello Spirito Santo, i credenti possono svolgere per aiutare il loro prossimo, confortandolo e lenendo le sue sofferenze.
Un altro fondamentale concetto paolino è infine designato dal termine greco “arrabòn”  (caparra), che designa lo Spirito Santo che è in noi, quale “anticipo” di ciò che saremo nella vita eterna (cf. 2Cor 1,22; 2Cor 5,4-5; Ef 1,13-14).
Detto in altri termini, la presenza in noi della Grazia divina è già un “assaggio” della meta definitiva che ci attende e che... facendosi percepire attraverso la presenza dello Spirito Santo... sollecita in noi il sentire che la nostra vera realtà spirituale oltrepassa i limiti di questa dimensione materiale nella quale ci troviamo.
Nella prospettiva paolina è questa presenza divina che, in quanto “scintilla” di eternità, ne ravviva in noi l'anelito... spronandoci ad “accendere” una lotta contro i nostri limiti materiali, per giungere a condurre un'esistenza da “esseri spirituali” (1 Cor 3,1).


Segue: La concezione giovannea dello Spirito

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