La concezione giovannea dello Spirito

Una delle peculiarità teologiche del Vangelo di Giovanni è costituita dall'importanza che vi è attribuita allo Spirito Santo, e dal modo in cui l'evangelista mette in risalto le promesse riguardanti la Sua venuta.
Prendendo in esame i brani del quarto Vangelo nei quali la parola greca pneuma (spirito) viene riferita alla presenza di Dio, sono riconoscibili alcuni aspetti fondamentali: 

L'effusione dello Spirito divino a quanti credono in Cristo, avviene a seguito di quella che nel linguaggio giovanneo viene definita la sua “glorificazione”, ovvero la sua elevazione sulla Croce seguita dalla sua Resurrezione (cf. Gv 7,39; 20,22).


Questo conferimento dello Spirito ai credenti è il Dono divino che li sprona a realizzare, in se stessi, un radicale cambiamento di vita... unitamente ad un cambiamento nel modo di adorare “in spirito e verità” il Padre... che “è Spirito” (cf. Gv 4,23-24).
La trasformazione del credente, consentita dalla presenza in lui dello Spirito divino, è una vera e propria “rinascita”... senza la quale non gli sarebbe possibile “entrare nel Regno di Dio” (Gv 3,5)... perché “è lo Spirito che dà la vita” (Gv 6,63).
Chi invece rimane limitato alla sua nascita “dalla carne” (Gv 3,6)... non può comprendere la Parola di Dio, e quindi gli è impossibile raggiungere la Vita eterna.

La più evidente peculiarità giovannea in riferimento allo Spirito, è evidenziata dalla parola “Paràclito” (in gr. Parakletos) che, nell'intero Nuovo Testamento, è usata solo nel Quarto Vangelo... e la concezione tipicamente giovannea definita dagli studiosi “escatologia attuale” [a], ovvero l'idea che la salvezza sia presente già nell'attuale esistenza dei credenti, è collegata proprio alla concezione della forte e decisiva presenza dello Spirito-Paràclito nell'esperienza della loro vita.


Lo Spirito Paràclito

Tra i vari autori del Nuovo Testamento, l'evangelista Giovanni è l'unico ad utilizzare il vocabolo Paràclito (in greco Paràkletos) per designare lo Spirito.
Questo termine greco, paràkletos, va compreso innanzitutto tenendo conto che esso non  definisce la natura dello Spirito, bensì la sua funzione che, per l'appunto, è designata dal greco “para-kalèo”... ad indicare colui che è “chiamato accanto” per aiutare, assistere, sostenere (similmente al latino “ad-vocatus”).
Oltre a questa sua funzione di “assistenza” in favore di qualcuno che è messo sotto accusa... il termine paràclito ha ereditato dal suo originario utilizzo (nel linguaggio dei tribunali)  anche un ulteriore significato di “intercessione” in favore di qualcuno, per il quale  “presentare appello” e parlare a sua difesa.
Slegato invece dalla sua origine forense c'è poi il significato di “Consolatore”, che nel corso dei secoli è stato attribuito dalla cristianità allo Spirito-Paràclito, in riferimento alla sua funzione di confortare e consolare i sofferenti.

Un basilare aspetto da mettere in risalto, quando si parla della visione giovannea dello Spirito, è costituito dal fatto che la venuta del Paraclito è conseguente alla dipartita di Gesù (cf. Gv 16,7).
In sostanza... quella funzione di soccorso dei suoi discepoli che il “Buon Pastore-Gesù” aveva espletato durante la sua vita terrena (cf Gv 10,11.28; 17,12) successivamente alla sua Pasqua di morte e resurrezione viene portata avanti dallo Spirito-Paràclito, che nella storia della salvezza apre pertanto una nuova fase della presenza di Dio tra gli uomini.
Questa nuova fase è annunciata da Gesù nel corso dei suoi “discorsi di addio” ai discepoli, durante i quali annuncia che il Padre darà loro “un altro paraclito” (Gv 14,16) che Egli stesso manderà (Gv 15,26; 16,7) e che sarà “in” loro “per sempre” (Gv 14,16-17).
In questo modo... all'azione di intercessione svolta in Cielo dal Cristo che è “un Paràclito presso il Padre” (1Gv 2,1), si aggiunge l'analoga azione svolta in terra dallo Spirito-Paràclito, costantemente presente nella sua funzione di assistenza-sostegno dei credenti.

Per cogliere la peculiare concezione giovannea dello Spirito Santo, è pertanto necessario osservare da vicino le “cinque promesse" riguardanti la Sua venuta, che sono pronunciate da Gesù nel Quarto Vangelo...  (Cf. Gv 14,16-17; Gv 14,26; Gv 15,26; 16,7-11; 16,13-15) [b].

Da un'analisi d'insieme di queste cinque promesse, è possibile trarre una sintesi delle tre principali funzioni che, nella peculiare prospettiva giovannea, sono espletate dallo Spirito Paràclito:

  1. Essere “con” e “nei” credenti
    Nella prima promessa (Gv 14,16-17) Gesù annuncia che l'“altro” Paràclito rimarrà con i credenti “per sempre”, dando attuazione alla divina presenza in loro, la quale costituisce il pieno compimento della definitiva Alleanza (che già nell'attesa giudaica avrebbe infatti dovuto animare i credenti “da dentro”).
    Tale effusione dello Spirito che Gesù promette in conseguenza alla sua Glorificazione, costituisce una nuova tappa della presenza di Dio tra gli uomini, fondata sul suo operato terreno che ora continua, per l'appunto attraverso l'azione del Paràclito.
  2. Insegnare e ricordare...
    L'attività del Paràclito è poi precisata anche in riferimento alla Parola di Cristo, che Egli metterà in luce sia per ricordare ai credenti tutto ciò che Gesù ha detto (Gv 14,26) (agendo dunque come una sorta di Sua Memoria vivente)... sia per permettere loro di comprendere pienamente il suo Messaggio divino, e quindi di poterLo interiorizzare, attualizzare e poi anche trasportare nel piano della vita concretamente vissuta.
    E' nella misura in cui riesce in questo intento, che il credente divinizza se stesso diventando "uno" con il Cristo e, attraverso di Lui, con il Padre.
  3. Testimoniare in favore di Gesù, ed aiutare i credenti a testimoniarLo...
    Un'altra fondamentale funzione del Paràclito è quella di essere lo Spirito di Verità (Gv 15,26) che dà testimonianza al Cristo, e alla veridicità del suo Messaggio.
    Sostenendo i credenti nella loro fede, il Paràclito li aiuta a dare a loro volta testimonianza... intervenendo anche in loro soccorso quando, proprio a causa della loro fede in Cristo, si troveranno ad essere accusati nei vari “tribunali” del mondo.
  4. Dimostrare la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio...
    Il Paràclito assolve anche la funzione di dimostrare la colpevolezza del mondo che non crede in Gesù (Gv 16,8-11)... mettendo cioè in risalto il contrasto tra ciò che è “ombra”, e ciò che è Luce... in modo da favorire, nel cuore del credente che Lo accoglie, il radicamento della convinzione che la Verità di Cristo va difesa dalla falsità mondana, e va anche testimoniata con il coraggio di andare “controcorrente”, quando ciò si rende necessario. 
  5. Guidare i credenti a tutta la Verità...
    Infine, il Paraclito assolve la funzione di condurre i discepoli a “tutta la verità” che Lui riceve dal Figlio glorificato (Gv 16,14)... sia nel senso che Egli “svela” il significato di ciò che già è stato rivelato, illuminandolo in profondità... sia nel senso di dare continuità all'annuncio di Cristo, mediante le nuove rivelazioni che sono rese necessarie dal mutare dei tempi e dall'evolversi delle condizioni sociali, che portano con sé nuove problematiche e nuove istanze... e pertanto richiedono nuove risposte.



Segue: La biblica promessa dello Spirito

Vai al GPS




-----
Note;


[a] Vedi la voce "Escatologia attuale" nel Glossario del mio blog "Sui sentieri del Vangelo di Giovanni"


[b] Ecco il testo delle 5 promesse riguardanti la venuta del Paràclito contenute nel quarto Vangelo, e sulle quale potete singolarmente soffermarvi, cliccando i link che rinviano al mio blog “Sui sentieri del Vangelo di Giovanni:
  • «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi» (Gv 14,16-17)
  • «Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,26)
  • «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me» (Gv 15,26)
  • « Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
    E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio.
    Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.»
    (Gv 16,7-11)
  • « Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
    Quando verrà Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
    Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.»
    (Gv 16,12-14)