Lo Spirito di Dio... quale “Porta” di dialogo

Nel momento in cui si osserva lo Spirito Santo in quanto Azione Divina nel mondo (come abbiamo fatto nella precedente tappa), ci si inserisce tra l'altro nel “fiume” concettuale sgorgato dalla “sorgente” biblica costituita dal termine ebraico Rûah, che nella Tōrāh è usato per designare lo Spirito divino, il “Soffio vitale” governato da Dio e da Lui insufflato affinché sia la vita degli esseri che abitano in questo pianeta (cf. Il “Soffio vitale” della Rûah)... al punto che, rileva per esempio il teologo Edouard Cothenet, “per la Bibbia Dio è il solo a dominare la Rûah: la dà quando vuole ed è la vita degli uomini come degli animali, ma se la ritira è la morte immediata (Sal 104,30)” [1]... Ben lungi dall'avere un senso puramente immateriale, lo Spirito-Rûah è dunque una realtà cosmica concreta, un'energia vitale soffiata da Dio nell'atmosfera... ed è allora significativo osservare come questa concezione trovi anche un' “eco” orientale nel termine sanscrito “Prana” [che letteralmente significa “respirazione, soffio vitale”], e in una comune accezione designa “l’energia cosmica che penetra e conserva il corpo e si manifesta nelle creature sotto forma di respiro” [2]... e non soltanto.
Un'ulteriore “eco” al significato biblico del termine Rûah è per esempio riscontrabile anche nella parola “Śakti”, che significa “energia, potenza”, e che nell'Induismo designa l'Energia divina dispiegata da Śiva (la cui Essenza è puramente spirituale ed impassibile) nella sua azione in questo mondo, al punto che... osserva lo stesso E. Cothenet: “Una statua di Śiva danzante esprime bene la bipolarità e l'opposizione dei due aspetti del dio: mentre il suo viso è impassibile, la sua attività che irrompe in questo mondo prende l'aspetto di una danza che diventa sfrenata. Questa energia che si effonde è la śakti” [3].
Risulta allora evidente come la bivalenza “spirito-vita che è propria del termine ebraico Rûah costituisca un “ponte” di collegamento con questi concetti orientali... oltre che, tornando alla tradizione biblica, con i termini greci “Pneuma” (Spirito Santo) e “Logos” (Cristo)[4] usati nel Nuovo Testamento.
In questa prospettiva proprio lo Spirito di Dio, cristianamente considerato come Spirito Santo o Spirito di Cristo, costituisce dunque una “porta” teologica aperta al dialogo interreligioso... visto che sia in Occidente, sia in Oriente, la consapevolezza della presenza e della realtà dello Spirito Divino è una delle fondamenta teologiche generalmente condivise.
Così... la preghiera rivolta allo Spirito di Dio può per esempio essere riconosciuta come un “comun denominatore” che avvicina i credenti d'Oriente e d'Occidente... al di là del fatto che, ovviamente, rimangano in essere le differenze dei rispettivi sistemi teologici... come anche dei termini usati per invocare tale Spirito Divino.

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Note:
[1]  (cf. Edouard Cothenet, in: Grande Dizionario delle religioni, Cittadella Editrice, Assisi 1990, p.2002).
[2] (cf. Kurt Friedrichs, Dizionario della saggezza orientale, Mondadori, Milano
[3]  (cf. Edouard Cothenet, in: Grande Dizionario delle religioni, Cittadella Editrice, Assisi 1990, p.2002).
[4] Nel mio “Diario di un monaco, discepolo di Swami Roberto”, vedi anche i post:
“Questione vitale”
“Cristo Vita cosmica”
“La Vita è Dio”



 

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