Tra gli evangelisti è in particolare Giovanni a presentare lo Spirito Santo come il Paraclito, l'altro Inviato dal Padre (cfr. Gv 14,16; Gv 15,26) che successivamente alla Pasqua di Resurrezione di Cristo avrebbe dato seguito alla sua azione divina sulla Terra.
Questa effusione dello Spirito da parte di Dio Padre, attraverso il Cristo, è annunciata dal Risorto la sera del primo giorno dopo il sabato (cfr. Gv 20,19-23):
Alitando sui discepoli Egli compie infatti un atto altamente simbolico che rappresenta il compimento della narrazione della creazione, iniziata con l'immagine dello “Spirito di Dio (Rûah) che aleggiava sulle acque” (Gen 1,1).
Se ne evince il messaggio che con la Resurrezione di Cristo ha inizio la “nuova creazione” vivificata dall'incessante azione dello Spirito Santo, mediante il quale il Padre nostro trasfonde forza e amore nei credenti.
Questo richiamo simbolico all'Antico Testamento ci fa anche ricordare che la cristiana identificazione dell'attività dello Spirito Santo con l'azione attuale di Dio nel mondo... ha una sua biblica prefigurazione nell'attività dello Spirito-Rûah, come già abbiamo visto in una precedente parte di questo nostro percorso (cf. Il “Soffio vitale” della Rûah).
Nell'Antico Testamento il termine ebraico Rûah è infatti usato per designare lo Spirito divino, il “Soffio vitale” governato da Dio e da Lui insufflato affinché sia la vita degli esseri che abitano in questo pianeta (cf. Gb 33,4; 34,14-15; Sal 104,29).
In una ideale continuità tra Antico e Nuovo Testamento... sia l'ebraica “Rûah” che il cristiano “Spirito Santo” ci indicano pertanto l'orizzonte teologico dello Spirito... inteso come l'azione di Dio nel mondo.
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P.S. - Riguardo a questo argomento, nel mio blog “Diario di un monaco, discepolo di Swami Roberto” puoi vedere anche il post “Lo Spirito del Padre nostro è dentro di te... con il suo potere”.
Segue: Lo Spirito di Dio... quale “Porta” di dialogo
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