Prendendo in considerazione le due fondamentali “fonti” che hanno alimentato il pensiero occidentale, ovvero la “sorgente sacra” della rivelazione biblica e quella “pagana” della filosofia greco-ellenistica, il termine “spirito” può assumere vari significati… all’interno dei quali focalizziamo adesso l’attenzione sulla parola ebraica rûah, utilizzata biblicamente per indicare lo Spirito di Dio, ma anche lo spirito vitale umano e animale, come pure il vento.
Diversamente da una concezione meramente astratta di spirito, nel suo primario significato biblico la Rûah è il “soffio vitale” che pervade la biosfera, espandendosi ovunque nello spazio e costituendo pertanto una realtà cosmica invisibile ma concreta.
E’ mediante questo “spirito vitale” che il Dio trascendente manifesta la sua presenza nel mondo e negli esseri viventi, concedendo il “respiro” della vita agli uomini e anche agli animali (cf. Gen 6,17; 7,15; Ez 37,10; Sal 104,29-30), cioè a tutti gli esseri provvisti di “anima” [in ebraico nepheš, con il significato “che respira”].
Considerando come la stessa nepheš sia, per l’appunto, una concezione di anima legata al respiro, (anche etimologicamente, il termine nepheš è vicino alle parole ebraiche usate per indicare la gola e la bocca), si può comprendere perché l’anima-nepheš sia stata biblicamente intesa come indicante la vita e, più in generale, l’essere vivente, ovvero la persona (ma anche l’animale) che respira.
E’ in questa prospettiva che va compresa la concezione antropologica che caratterizza la parte più antica della Bibbia, secondo la quale l’essere umano è indicato come basâr (cioè “carne”, in greco “sárx”), nepheš (“anima”, in gr. “psyché”), e Rûah, (“spirito”, in gr. “pneûma”)… laddove l’insieme dei tre termini indicano l’intera persona vivente, che è tale per il fatto che Dio le dona il “soffio vitale” della Rûah (Cf. Gen 2,7).
E’ questa la chiave di lettura che permette di comprendere svariati passaggi biblici, tra i quali, a titolo di esempio, un brano del Libro di Giobbe:
“Se Dio richiamasse a sé il suo spirito (Rûah) e ritirasse il suo respiro, ogni creatura morirebbe all'istante e l'uomo ritornerebbe in polvere”. (Gb 34,14-15; cf. Sap 1,7; 12,1; Sal 104,29.30)
Oltre che essere il soffio vitale infuso da Dio negli esseri viventi la biblica Rûah svolge anche un’altra importante funzione, che osserveremo da vicino nella prossima tappa.
Segue: Il "Soffio ispiratore" della Rûah
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Piste di approfondimento:
Gettando uno sguardo al di fuori della tradizione biblica, è significativo rilevare come questa concezione della Rûah, intesa come soffio vitale infuso da Dio negli esseri animati, trovi alcuni significativi "parallelismi":
- Uno lo riscontriamo nella tradizione filosofica greca, dove gli Stoici (Zenone, Cleante, Crisippo, Posidonio) concepirono il pneûma (spirito) quale vitale soffio animatore che informa e ordina la materia del cosmo mediante quei “logoi pneumatikoí” che costituiscono i “semi” di tale principio attivo presente nelle realtà corporee.
Dallo Stoicismo proviene poi anche il termine lógos che, come abbiamo visto in una apposita tappa di questo nostro percorso [Cf. “Nella teologia del Lógos, Dio si rivela anche ai “pagani” mediante i “semi” del Verbo”]… divenne uno dei “mattoni” teologici posti alle fondamenta della cristologia giovannea: nei primi secoli dell’era cristiana, i cosiddetti “Padri apologisti” svilupparono una teologia del Lógos-Cristo nella quale Lo presentarono come la “ragione seminale” di ogni cosa, stabilendo così un ideale ponte di collegamento con il « lógos spermatikós della teoria stoica, cioè con la ragione “seminale” o principio “attivo” (poioûn) del cosmo, che fecondando la materia inerte e senza qualità la rende capace di generare » (Cfr. Enciclopedia Garzanti di Filosofia, 1994, p.658).*
- Altri parallelismi, sia con il “soffio vitale” della biblica Rûah che con il Lógos-Cristo giovanneo, possono essere individuati gettando uno sguardo in Oriente:
Qui troviamo per esempio il termine sanscrito “prāna”, che significa “respirazione, soffio vitale” e che nell’Induismo viene inteso come una “Energia cosmica che penetra e conserva il corpo e si manifesta nelle creature sotto forma di respiro”. (Kurt_Friedrichs, Dizionario della saggezza orientale, Mondadori, Milano 2007, p.320).
Sempre in Oriente troviamo poi anche il termine śakti, che letteralmente significa “energia, potenza”, e viene usato nell’Induismo per designare l’energia di Dio presente in tutte le sue manifestazioni.
* Nel mio blog "Sui Sentieri del Vangelo di Giovanni" trovi le voci:
Dal logos della filosofia... al Logos di Gv
Gli antecedenti del Logos giovanneo
Il Logos nel Prologo giovanneo
Cristologia giovannea del Logos
Il Logos in quanto "Legge naturale"
Nel mio blog "Diario di un monaco, discepolo di Swami Roberto" trovi le voci:
Cristo... Vita cosmica
Questione vitale
L'ex anello mancante