Rivelazione... ed interpretazione

Un'idea teologica presente trasversalmente nelle differenti religioni, è definita dalla parola rivelazione, un termine che generalmente può essere inteso come la manifestazione che Dio fa di Sé stesso rivelando la propria esistenza, natura, volontà e potere... oppure anche come la sua manifestazione di alcune verità alle quali la mente umana non potrebbe autonomamente accedere.
Com'è noto, tra le più comuni forme di Rivelazione vi sono i differenti Libri che le varie tradizioni religiose considerano "Sacri" proprio in quanto ritenuti i "contenitori" di questa Comunicazione divina all'umanità.
Focalizzando l'attenzione sulla tradizione biblica e, in particolare, sull'Antico Testamento, già abbiamo rilevato come le manifestazioni del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe siano narrate dagli autori sacri in svariati modi, sempre “velati” da un alone di mistero (Cfr. “Le teofanie bibliche”, “Il Dio invisibile... e l'umana contemplazione della sua gloria”):
In alcuni casi, vi si può leggere che Jahvè comunica la sua volontà mediante gli angeli... in altri casi sono gli elementi della natura ad essere intesi come dei segni che annunciano la sua presenza, o magari ad essere considerati anche dei veri e propri “veicoli” della sua manifestazione...
Però, il “cuore” di ogni rivelazione di Jahvè rimane sempre e comunque la sua Parola, rivelata principalmente ai profeti, e poi anche ai sapienti
Per quanto riguarda in particolare i profeti, essi costituiscono le figure fondamentali della storia biblica, alle quali Dio affida la missione di trasmettere la sua Parola manifestandosi a loro “in visione ed in sogni” (Cfr. Num 12,6), oppure suscitando in loro un'ispirazione interiore, o anche parlando con loro “bocca a bocca”, come accade nel particolare caso di Mosè (Num 12,8)...
In tutte queste situazioni, essi sono considerati strumenti della Parola divina che è ispirata in loro dall’azione dello Spirito di Dio e, per conseguenza, sono considerate ispirate da Dio anche le Sacre Scritture che raccolgono la loro voce profetica.

Se si focalizza l’attenzione proprio su questo concetto dell’ispirazione divina delle Sacre Scritture, è necessario evidenziare un fondamentale aspetto talvolta trascurato, ovvero la componente umana connaturata all'attività personale dei profeti e degli altri autori dei Testi sacri:
Nella concezione giudaico-cristiana di Rivelazione, tradizionalmente essi sono infatti intesi come coloro che sono stati scelti da Dio quali suoi strumenti, incaricati di tradurre la sua Parola divina in un linguaggio umano... ma è evidente che, a tale "chiamata," queste persone rispondono liberamente, servendosi della propria umana mentalità calata nei diversi periodi storici nei quali si svolge la loro esistenza… per cui il loro operato risulta essere influenzato, oltre che dalle differenti tradizioni religiose alle quali appartengono, anche dalla propria umanità, con la quale essi inevitabilmente “filtrano” l’ispirazione ricevuta... e la esprimono poi con il loro personale linguaggio.
In sostanza, è attraverso il "filtro" della loro impostazione culturale e religiosa, e del loro modo di esprimersi, che tali autori sacri descrivono i grandi eventi attraverso i quali si svolge la “storia della salvezza”.

Un altro aspetto da prendere in considerazione riguarda l'oggetto dell'“ermeneutica biblica”, ovvero della disciplina che fa uso del metodo “storico-critico” per mettere tra l'altro in evidenza le successive fasi temporali di formazione e trasmissione dei testi, analizzati anche dal punto di vista della critica testuale, letteraria e storica...
Questo processo storico-critico è alla base della maggior parte dei moderni commenti esegetici dei Testi biblici, e le sue risultanze costituiscono un fondamentale strumento messo a disposizione di chiunque, nel proprio percorso confessionale, si proponga di distinguere l'essenza del messaggio oggetto della Rivelazione, dalla maniera attraverso la quale i vari autori sacri hanno espresso l'ispirazione ricevuta.

Un ulteriore "problema biblico" che non di rado si presenta, è costituito poi dall'equivoco nel quale cadono coloro che "leggono" le inesattezze storiche e/o cosmologiche contenute nelle Sacre Scritture come degli errori sostanziali, inficianti la validità del messaggio... senza tener conto che le Sacre Scritture in realtà non si propongono di trasmettere un messaggio storiografico o scientifico... bensì religioso.
A tale riguardo, significativa è una considerazione espressa da un grande scienziato noto per essere stato tra le più celebri vittime della cattolica inquisizione, vale a dire il pisano Galileo Galilei, il quale acutamente scrisse che nella Bibbia il “Signore ci vuole rivelare come si vada in cielo, non come vada il cielo” (Lettera a Cristina di Lorena in: Le opere di Galileo, Firenze 1985, V, 319)... e con queste parole impartì una laica "lezione biblica" ai suoi clericali persecutori.

In ultimo, è evidente che in mancanza di un corretto processo ermeneutico e interpretativo, non sarebbe possibile rispondere alle istanze di chi per esempio rimane disorientato di fronte allo “scandalo” dei numerosi passi dell'Antico Testamento nei quali Jahvè risulta essere il "mandante" di alcune stragi di esseri umani... ben lungi dal “Dio (che) è amore” (1Gv 4,8) presentato dal Nuovo Testamento.
La soluzione a questa ed altre analoghe questioni (come per esempio quella della misoginia di alcuni passaggi biblici [*]) può essere trovata solo tenendo ben presente che le pagine dell'Antico Testamento raccontano la storia di un popolo... che ovviamente è macchiata anche da umane violenze, meschinità e contraddizioni.
Gli autori sacri offrono una loro interpretazione teologica di questa storia della salvezza all'interno della quale Dio ha posto il "seme" della sua Rivelazione, la quale... evidentemente... non deve essere confusa con la storia, e neanche con l'umana maniera di raccontarla.




Segue: L'incarnazione del Lògos, che rivela il Padre

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[*] P.S. - Nel mio blog "Diario di un monaco, discepolo di Swami Roberto", puoi seguire queste piste di approfondimento:
« Mostri sacri »
- La donna è donna... o uomo mancato? Incubi e farneticazioni dell'Aquinate
- Tradizione "peccaminosa"
- Una pagina « scabrosa » del Vangelo
- Persecuzioni di ieri... e di oggi