La preghiera contemplativa

Nelle ultime tappe abbiamo dapprima gettato uno sguardo, da Occidente ad Oriente, su alcune antiche forme di orazione giunte sino al nostro presente... e poi abbiamo preso in esame la specifica concezione di preghiera sorta in seno alla tradizione biblica… da cui scaturisce anche la particolare dimensione della “preghiera contemplativa” sulla quale ci soffermiamo oggi.
Il termine “contemplare”... che in origine designava l’attenta osservazione del cielo volta a trarne dei segni augurali... nel corso dei secoli ha invece acquisito il significato di concentrazione dell’intelletto su una determinata verità fatta oggetto di riflessione razionale… nel senso reso anche dal termine greco “theoría” (conoscenza intellettuale) che, con la nascita del pensiero filosofico, identificava l’attività più nobile alla quale l'essere umano doveva aspirare, elevandosi al di sopra del piano della mera “práxis” (azione).

Focalizzando l’attenzione sul piano prettamente religioso, l'antenato biblico del termine “contemplazione” va individuato nella radice verbale ebraica (nbt) che designa lo sguardo intellettivo mediante il quale l’essere umano riesce a “scavare” perforando la superficie materiale della realtà fino a coglierne l’essenza… giungendo così a guardare ogni cosa con una consapevolezza capace di riconoscerne l’intima essenza, proveniente da Dio.
Nella tradizione cristiana questa “visione” profonda della realtà viene considerata come una “conquista” da raggiungere mediante un accurato e perseverante lavoro spirituale, volto a risvegliare la capacità di osservare, ascoltare, riflettere, stare in silenzio, discernere… in modo da giungere così a contemplare, cioè a conoscere in profondità, sia la realtà naturale che la Realtà di Dio.
Questa è la meta raggiungibile attraverso la “meditazione” (dal latino meditatio, “esercizio”), cioè attraverso la capacità di esercitarsi spiritualmente ad elaborare tutto ciò che la vista e l’udito fanno giungere alla propria dimensione intellettiva, al fine di assimilare i contenuti più profondi dei fatti che sono oggetto della propria esperienza esistenziale.
E quando questa pratica di meditazione viene applicata specificamente a Dio, ecco prendere forma la “preghiera contemplativa”, vale a dire quell’ “intimo rapporto di amicizia nel quale ci si intrattiene spesso da solo a solo con Dio da cui ci si sa amati”, come per esempio la definiva S.Teresa d’Avila.
Diversamente dall’orazione “discorsiva”, la preghiera contemplativa è dunque una “sosta” meditativa volta a fondersi nella Realtà di Dio, al fine di essere da Lui illuminati... in modo da poter così osservare nella prospettiva divina anche la realtà di tutti i giorni.

Va da sé che, per potersi orientare verso questa prospettiva, non bisogna evidentemente limitarsi allo sguardo fisico, che ci permette di vedere le forme e gli avvenimenti materiali inseriti nello scorrere del tempo e quindi effimeri nella loro caducità… ma bisogna invece affinare quello sguardo contemplativo che è capace di “vedere” in profondità, oltre la superficie delle cose, permettendoci di cogliere il senso “trascendente” contenuto nelle esperienze della nostra vita.
E’ quest’ultimo lo sguardo che rende possibile la “contemplazione di Dio”, e dunque la “preghiera contemplativa”, la quale può pertanto essere celebrata solo nella misura in cui si riesce a vivificare il proprio occhio spirituale.
Nella mia peculiare prospettiva, fondata sulla mia fede cristiana-ramirica, questo occhio contemplativo è simbolicamente identificabile con il chakra posto al centro della fronte che - come lo definisce Swami Roberto - « è il governatore delle facoltà mentali, intellettuali e psichiche; chiamato anche “terzo occhio”... “l’organo” della vista interiore » (Swami Roberto, “Ascoltando il Maestro”, vol.II, Anima Universale, 2007, p.178).
Quando quest’occhio spirituale é vivificato dai divini insegnamenti... allora diventa possibile pregare fissando il proprio sguardo interiore sull’amore del Padre nostro per attingere da Lui, mediante la preghiera contemplativa, la Grazia che aiuta a vedere la realtà con il suo divino sguardo, colmo di verità e compassione.






Segue: Rivelazione... ed interpretazione

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