Il "vedere"... che vede oltre

Nel corso di questo nostro viaggio, siamo da poco giunti a mettere in evidenza come i miracoli operati da Gesù avvengano sempre per un motivo ben preciso, che risponde alla precisa esigenza interiore della persona che ne è direttamente beneficiaria o, eventualmente, anche delle persone che sono testimoni del suo intervento divino (cf. Per Volontà divina... e non “a comando”).
Questo principio presuppone evidentemente un “canale” di conoscenza soprannaturale grazie al quale il Cristo "vede" la situazione interiore dell'essere umano... e proprio in virtù di questa conoscenza superiore, interviene nei modi e nei tempi opportuni... per donare il suo miracoloso aiuto.
In alcuni brani dei Vangeli questa soprannaturale conoscenza dell'animo umano, che nel Cristo è connaturata alla sua divina incarnazione, viene posta in particolare evidenza dalla narrazione degli evangelisti.
Gettando per esempio uno sguardo nel Quarto Vangelo, basti pensare al brano nel quale Giovanni racconta la chiamata dei primi discepoli e, in particolare, all'episodio in cui Natanaèle è invitato da Filippo a conoscere Gesù.
L'evangelista scrive che mentre Natanaèle si sta ancora avvicinando a Lui, Gesù dimostra di conoscerlo già, e dice: “Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità”.    
« Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?".
Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi".»
(Gv 1,47-48).
Dimostrando di essere al corrente di ciò che, al suo posto, un essere umano non sarebbe stato in grado di sapere... Gesù rende evidente la sua capacità di "vedere" ben oltre il raggio di azione dello sguardo umano, vincolato alle leggi fisiche dello spazio e del tempo… ma non solo...
Se ci si accosta a questo brano con una prospettiva aperta alla dimensione simbolica, si può rilevare anche un aspetto ulteriore:
Poiché “sedere sotto il fico” era una tipica espressione rabbinica volta ad indicare le persone che studiavano le Scritture appartandosi al riparo di quell'albero (che nel Giudaismo simboleggiava la conoscenza della felicità e anche della sventura), l'iniziale frase di Gesù (cf. Gv 1,47)… unita all'osservazione che Natanaèle si trovava “sotto l'albero di fichi”... è una perfetta sintesi della sua condizione interiore.
Si tratta infatti di un uomo che, avendo approfondito la Sacra Scrittura, coltiva in sé l'attesa messianica del suo popolo e, grazie alla sua “mancanza di falsità”, ovvero alla sua onestà interiore, egli è subito in grado di riconoscere la grandezza del Rabbì di Nazaret, al punto da esprimere una chiara professione di fede: “Rabbì, tu sei il figlio di Dio, tu sei il re d'Israele” (Gv 1,49).

Un altro brano esemplificativo di questa conoscenza soprannaturale palesata da Gesù, lo troviamo nel quarto capitolo, quando Lui si rivolge alla samaritana dicendole:
« “Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui”
Gli risponde la donna: "Io non ho marito".
Le dice Gesù: "Hai detto bene: "Io non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero".
Gli replica la donna: “Signore, vedo che tu sei un profeta”»
(Gv 4,16-19).
Anche in questo caso, Gesù palesa la sua soprannaturale conoscenza della condizione in cui si trova quella donna che, colpita da questa sua facoltà, corre nella propria città e dice alla gente:
« Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?» (Gv 4,28-29).

È sulla base di questa sua capacità di "vedere" in maniera soprannaturale... al di là di ciò che lo sguardo umano può naturalmente vedere... che Gesù “modula” il suo divino intervento, pronunciando le parole e compiendo i gesti che aprono, per i suoi interlocutori, degli orizzonti di comprensione altrimenti inaccessibili.
Mediante questo suo soprannaturale "vedere", Gesù individua le persone che si trovano nelle condizioni giuste per beneficiare dei suoi miracoli.

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P.S. - Nel mio blog "Sui Sentieri del Vangelo di Giovanni", puoi approfondire i due brani citati in questo post:
- Gv 1,45ss
- Gv 4,16ss





Segue: Swami Roberto... e la mia prima volta al suo Sacro Darshan

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