- Dapprima abbiamo preso in considerazione “la fede come causa del miracolo”;
- Poi abbiamo guardato l'altra faccia della medaglia, ovvero “il miracolo come causa della fede”;
- Brevemente, ci siamo anche soffermati sul ruolo svolto dal “miracolo per ravvivare la fede”;
- Infine, abbiamo posto in evidenza la particolare condizione interiore alla quale è possibile ambire, per incarnare in sé la “beatitudine della fede”... ovvero la capacità di credere anche senza avere visto dei segni (cf. Gv 20,29).
Se quest'ultimo aspetto, ovvero la condizione interiore dei “Beati della fede”, è dunque il punto di arrivo verso il quale il credente è chiamato a procedere... è pur vero che, cammin facendo, la fede continua giustamente a rivestire anche il “ruolo” di “causa del miracolo”... cioè di mezzo attraverso il quale poter chiedere a Dio gli aiuti soprannaturali che si rendono necessari nelle proprie vite.
Perché questo “ruolo” sia veramente tale, bisogna peraltro che la fede abbia le caratteristiche “idonee”, per permettere al credente di fare idealmente parte di coloro ai quali Gesù rivolgeva la celebre frase “la tua fede ti ha salvato” (cf. Mc 10,52; Lc 7,50; 17,19; 18,42)... e dunque di beneficiare dei frutti miracolosi della Divina Provvidenza.
Come abbiamo messo in evidenza nell'apposita tappa, i Vangeli ci mostrano come il piano iniziale della fede propedeutica al miracolo possa anche non avere una connotazione necessariamente “dottrinale” nel senso che, di fronte al taumaturgo-Gesù, anche coloro che non conoscono il suo insegnamento spirituale possono comunque porsi nella condizione di poter ricevere da Lui un aiuto miracoloso... nella misura in cui si rivolgono a Lui con fiducia, riconoscendoLo cioè come portatore di un potere divino.
Poi, dopo questa fase iniziale, si apre il piano della fede chiamata ad oltrepassare la mera fiducia verso il taumaturgo... per accedere alla condizione interiore nella quale il credente fa crescere la sua fede nutrendola con la Parola di Dio, cioè con il “cibo” donato dalla cristica Incarnazione divina... che nutre la capacità di comprendere la Realtà del Padre nostro, come anche la stessa identità divina del suo Inviato.
Tanto più il credente sa accogliere la Luce del Verbo divino, comprendendo la sua eterna Verità e conformando ad essa la propria dimensione interiore... tanto più egli procederà nella direzione dell'essere “uno” con Dio disponendosi, per conseguenza, anche nelle migliori condizioni per ricevere il flusso vitale proveniente dall'eterna Sorgente della vita (cf. Gv 1,4).
Ecco dunque emergere, nell'ambito del rapporto tra la fede e il miracolo, anche il fondamentale rapporto tra la fede e la Parola divina, la quale è la Luce che guida il credente a conoscere sempre meglio la realtà di Dio e, insieme ad Essa, a conoscere sempre meglio anche la propria realtà interiore.
E' in questo prospettiva che ci si immette in un cammino rivolto alla “conoscenza di Dio” nel senso indicato dalla parola ebraica yada' (“conoscere”)... ovvero non in un senso meramente intellettuale... bensì in un senso esistenziale, capace di tradursi in esperienza concretamente e coerentemente vissuta.
Biblicamente parlando, per un credente “conoscere Dio” significa infatti fare globalmente “esperienza” di Lui, con un pieno coinvolgimento sia della sfera intellettiva che di quella affettiva... in una comunione spirituale tra il “conoscente-credente” e il “conosciuto-Dio” che ispiri poi anche un'azione fedele, cioè coerente, illuminata dalla verità comunicata dal Verbo divino.
Questa “conoscenza di Dio” è, evidentemente, componente fondamentale della fede che è “causa” del miracolo.
Segue: Tra incredulità e fede
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P.S. - Nella mia personale esperienza di vita, l'incontro con la “conoscenza di Dio” è avvenuta in concomitanza con la scoperta degli insegnamenti di Swami Roberto, che hanno prima fatto nascere la mia fede cristiana-ramirica e poi, giorno dopo giorno, l'hanno anche alimentata, facendola vivere... e crescere.
Riguardo a questo argomento, puoi seguire queste piste di approfondimento:
- Nel mio blog “Diario di un monaco”, vedi i post “Conoscenza incarnata”, “Suono unico ed inconfondibile”.
- Nel mio blog “Sui sentieri del Vangelo di Giovanni”, vedi le voci “Conoscenza” e “Logos” (nel Glossario).